O Signore tu sei grande, tu sei Dio, tu sei Padre, noi ti preghiamo per
La luce che tra li ombre riesce arrivare fino al giardino della mia vita... i miei petali
Aroma di Luce...La terra sorride quando fiorisce...
venerdì 1 agosto 2025
Preghiera di Liberazione
mercoledì 23 luglio 2025
L'elefante incatenato -
Quando ero piccolo adoravo il circo, ero attirato in particolar modo dall'elefante che, come scoprii più tardi, era l'animale preferito di tanti altri bambini.
Durante lo spettacolo faceva sfoggio di un peso, una dimensione e una forza davvero fuori dal comune... ma dopo il suo numero, e fino ad un momento prima di entrare in scena, l'elefante era sempre legato ad un paletto conficcato nel suolo, con una catena che gli imprigionava una delle zampe. Eppure il paletto era un minuscolo pezzo di legno piantato nel terreno soltanto per pochi centimetri. e anche se la catena era grossa mi pareva ovvio che un animale del genere potesse liberarsi facilmente di quel paletto e fuggire.
Che cosa lo teneva legato?
Chiesi in giro a tutte le persone che incontravo di risolvere il mistero dell'elefante; qualcuno mi disse che l'elefante non scappava perché era ammaestrato... allora posi la domanda ovvia: "se è ammaestrato, perché lo incatenano?".
Non ricordo di aver ricevuto nessuna risposta coerente.
Con il passare del tempo dimenticai il mistero dell'elefante e del paletto.
Per mia fortuna qualche anno fa ho scoperto che qualcuno era stato tanto saggio da trovare la risposta: l'elefante del circo non scappa perché è stato legato a un paletto simile fin da quando era molto, molto piccolo.
Chiusi gli occhi e immaginai l'elefantino indifeso appena nato, legato ad un paletto che provava a spingere, tirare e sudava nel tentativo di liberarsi, ma nonostante gli sforzi non ci riusciva perché quel paletto era troppo saldo per lui, così dopo vari tentativi un giorno si rassegnò alla propria impotenza. L'elefante enorme e possente che vediamo al circo non scappa perché crede di non poterlo fare: sulla sua pelle è impresso il ricordo dell'impotenza sperimentata e non è mai più ritornato a provare... non ha mai più messo alla prova di nuovo la sua forza... mai più!
A volte viviamo anche noi come l'elefante pensando che non possiamo fare un sacco di cose semplicemente perché una volta, un po' di tempo fa ci avevamo provato ed avevamo fallito, ed allora sulla pelle abbiamo inciso "non posso, non posso e non potrò mai".
L'unico modo per sapere se puoi farcela è provare di nuovo mettendoci tutto il cuore... tutto il tuo cuore!"
martedì 1 luglio 2025
Santi Pietro e Paolo
Questa domenica si è celebrata la messa dei Santi Pietro e Paolo. Il sacerdote ci ha detto che nonostante fossero molto diversi, Gesù li scelse per essere i primi missionari della chiesa. San Pietro era un pescatore, e nonostante fosse stato con Gesù a proclamare il Regno di Dio, Pietro negò Gesù tre volte. Tuttavia fu Pietro che, mosso da Dio Padre, riconobbe che Gesù era il Messia, il Figlio di Dio. Fu a lui che Gesù disse che su di lui avrebbe edificato la sua chiesa. È stato Pietro che ha guidato la chiesa primitiva ed ha evangelizzato le prime comunità. Paolo era uno studioso, esperto nelle sacre scritture e un avido persecutore dei cristiani. Tuttavia Gesù lo sceglie per essere l'evangelizzatore dei pagani, delle prime comunità cristiane. Paolo, prima di essere chiamato Paolo, si chiamava Saulo. Ma in un viaggio caduto,, non ricordo bene l'animale che lo trasportava, una luce intensa lo acceca e ascolta "Saulo, Saulo, perché mi segui?" , chiedi chi gli parla e ascolta "Io sono Gesù che tu insegui". Da allora Paolo si converte al cristianesimo e comincia a predicare il vangelo, già con la Vista recuperata. Entrambi muoiono per predicare la verità. San Pietro muore crocifisso a testa in giù e San Paolo è decapitato. Ci dice il sacerdote che essi ci mostrano come siamo tutti chiamati ad essere missionari, non importa da dove veniamo, né dove siamo. Dicono che Dio non sceglie i preparati, prepara quelli che sceglie, non importa come ti trovi in questo momento. Ha una missione per te. L'altro giorno stavo ascoltando un sacerdote che consigliava a un signore di integrarsi con gli adoratori notturni. Il Signore ascoltò il suo consiglio e la sua vita cambiò, prese senso. Su col morale, nella chiesa ci sono infiniti gruppi a cui puoi partecipare. Vedrai come Dio ti rafforza e sarai più felice. Io sono stato in diversi gruppi, il coro, e attualmente proclamo la Parola di Dio nella messa (Leggo le letture). E Dio mi ha offerto la sua Amicizia e mi sostiene quando penso che non posso più andare avanti. Egli è sempre stato con te, incoraggia ad essere missionario dell'amore di Dio, vero che non ti pentirai. Perché lo dico già san Paolo "Guai a me se non annuncio il Vangelo."
venerdì 20 giugno 2025
il Miracolo
Questa è la storia vera di una bambina di otto anni che sapeva che l'amore può fare meraviglie. Il suo fratellino era destinato a morire per un tumore al cervello. I suoi genitori erano poveri, ma avevano fatto di tutto per salvarlo, spendendo tutti i loro risparmi.
Una sera, il papà disse alla mamma in lacrime: "Non ce la facciamo più, cara. Credo sia finita. Solo un miracolo potrebbe salvarlo".
La piccola, con il fiato sospeso, in un angolo della stanza aveva sentito.
Corse nella sua stanza, ruppe il salvadanaio e, senza far rumore, si diresse alla farmacia più vicina. Attese pazientemente il suo turno. Si avvicinò al bancone, si alzò sulla punta dei piedi e, davanti al farmacista meravigliato, posò sul banco tutte le monete.
"Per cos'è? Che cosa vuoi piccola?".
"È per il mio fratellino, signor farmacista. È molto malato e io sono venuta a comprare un miracolo".
"Che cosa dici?" borbottò il farmacista.
"Si chiama Andrea, e ha una cosa che gli cresce dentro la testa, e papà ha detto alla mamma che è finita, non c'è più niente da fare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Vede, io voglio tanto bene al mio fratellino, per questo ho preso tutti i miei soldi e sono venuta a comperare un miracolo".
Il farmacista accennò un sorriso triste.
"Piccola mia, noi qui non vendiamo miracoli".
"Ma se non bastano questi soldi posso darmi da fare per trovarne ancora. Quanto costa un miracolo?".
C'era nella farmacia un uomo alto ed elegante, dall'aria molto seria, che sembrava interessato alla strana conversazione.
Il farmacista allargò le braccia mortificato. La bambina, con le lacrime agli occhi, cominciò a recuperare le sue monetine. L'uomo si avvicinò a lei.
"Perché piangi, piccola? Che cosa ti succede?".
"Il signor farmacista non vuole vendermi un miracolo e neanche dirmi quanto costa…. È per il mio fratellino Andrea che è molto malato. Mamma dice che ci vorrebbe un'operazione, ma papà dice che costa troppo e non possiamo pagare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Per questo ho portato tutto quello che ho".
"Quanto hai?".
"Un dollaro e undici centesimi…. Ma, sapete…." Aggiunse con un filo di voce, "posso trovare ancora qualcosa….".
L'uomo sorrise "Guarda, non credo sia necessario. Un dollaro e undici centesimi è esattamente il prezzo di un miracolo per il tuo fratellino!". Con una mano raccolse la piccola somma e con l'altra prese dolcemente la manina della bambina.
"Portami a casa tua, piccola. Voglio vedere il tuo fratellino e anche il tuo papà e la tua mamma e vedere con loro se possiamo trovare il piccolo miracolo di cui avete bisogno".
Il signore alto ed elegante e la bambina uscirono tenendosi per mano.
Quell'uomo era il professor Carlton Armstrong, uno dei più grandi neurochirurghi del mondo. Operò il piccolo Andrea, che potè tornare a casa qualche settimana dopo completamente guarito.
"Questa operazione" mormorò la mamma "è un vero miracolo. Mi chiedo quanto sia costata…".
La sorellina sorrise senza dire niente. Lei sapeva quanto era costato il miracolo: un dollaro e undici centesimi…. più, naturalmente l'amore e la fede di una bambina.
Se aveste almeno una fede piccola come un granello di senape, potreste dire a questo monte: "Spostati da qui a là e il monte si sposterà". Niente sarà impossibile per voi (Vangelo di Matteo 17,20).
- don Bruno Ferrero -
dal libro: C'è ancora qualcuno che danza - edizioni Elledici
domenica 8 giugno 2025
Domenica di Pentecoste
Oggi abbiamo celebrato il arrivo del Spirito Santo nella mia chiesa. Come altri anni c'è stata una celebrazione dopo la messa. Nel salone della chiessa avevano cibi di diverse paesi ed anche bandiere di tutto il mondo. Quando sono arrivata una donna cantava una canzone di Pentecoste. Ho prendito alimenti credo di Honduras e ho trovato una sieda e mi ho seduto. Dopo la cantante c'erano i "matachines" cioè danzanti che ballano per la Vergine di Guadalupe. Mi ho emozionata ed ho pianto un po, ero comossa perché indosavano i vestiti che indosavano i matachines del mio piccolo paese, ed facevano musica con i suoi vestiti. Dopo loro hanno danzato Flamenco, una danza di Spagna. Mi ha piaciuto il movemento dei suoi mani e di suoi piedi. Dopo la danza azteca. I danzanti indosavano come i nativi di Messico precolombino con penne sopra la sua testa. Non gli ho visto molto perché io avevo di ritornare a casa. Anche era il mio turno di proclamare la prima lettura dove si conta come il Spirito Santo ha venuto come lingue di fuoco sopra gli apostoli e como hanno cominciato a parlare in diverse lingue. È accaduto anche alla mia chiessa. Bene, la seconda lettura fu letta in dialetto Che, un dialetto di Guatemala. Io ho letto in Spagnolo.
venerdì 23 maggio 2025
Non Aver Paura
Gesù: “Anima peccatrice, non aver paura del tuo Salvatore. Io per primo Mi avvicino a te, poiché so che tu da sola non sei capace di innalzarti fino a Me.
martedì 20 maggio 2025
Preghiera: Dammi la Tua luce
Gesù dammi la tua luce, affinché trovi senso alla mia vita. Gesù dammi la tua luce, perché sappia vivere con gioia Gesù dammi la tua luce, perché sappia condividere la mia vita. Gesù dammi la tua luce, perché lasci da parte le mie tristezze. Gesù dammi la tua luce, perché lasci tutti i miei dubbi. Gesù dammi la tua luce, per crescere e maturare. Gesù dammi la tua luce, per sapere quello che vuoi da me. Gesù dammi la tua luce, per liberarmi da tanto consumismo. Gesù dammi la tua luce, per aiutare quanti ne hanno bisogno. Gesù dammi la tua luce, per non avere paura di quello che chiedi. Gesù dammi la tua luce, per rompere le mie comodità. Amen.
Dal Prete D. Juan Carlos Medina Medina